

“Ci sono due categorie di uomini, i geni e quelli che dicono di esserlo. Io sono un genio”. Direttore, compositore, arrangiatore, pianista, ha fondato nel 2006 l’associazione Musike, di cui è presidente e a cui dedica la maggior parte del suo lavoro di musicista. Dirige i cori Divini Cantores, Pitch Hunters, Ensemble.cor, Sorry I’m Late, Musikè Di Classe, Corale Musikè, le orchestre Half Band Theory e Big Band Theory.

Credo che la musica sia nell’aria attorno a noi. Ciò che mi rende più felice è insegnare ad altri a vederla con l’orecchio ed udirla con il cuore E il violino? Secondo me è uno degli strumenti più gratificanti col quale si può perdere il senso del tempo:
“Quando ero piccolo non avevo l’orologio. Così iniziavo ad esercitarmi col violino durante la notte e i vicini gridavano: “Bel momento per suonare il violino alle 3 di notte!” (Henry Youngman – violinista e comico americano)

«Non insegno mai nulla ai miei allievi. Cerco solo di metterli in condizione di poter imparare» (Albert Einstein).
Questa è la frase che rispecchia al meglio il mio credo: per me insegnare significa saper rendere un allievo libero. Libero di pensare, esprimersi ed interpretare. Aiutarlo a scoprire la sua personalità musicale e la sua strada. Renderlo curioso di conoscere. Fargli esplorare i generi musicali più disparati per arricchire al meglio il suo bagaglio a prescindere da quello che gli sarà più congeniale. Portarlo ad ascoltare la musica con consapevolezza e in maniera critica. E soprattutto, farlo innamorare della musica così come ne sono innamorata io.

“La mia filosofia: costruire le basi necessarie agli allievi per suonare divertendosi, trasmettere loro la passione per la musica e per questo complicatissimo strumento… IL VIOLINO!”
Ha studiato a Firenze perfezionandosi poi all’Accademia Chigiana di Siena, all’Accademia di Santa Cecilia di Roma e in Germania. Ha fatto parte dell’Orchestra da camera di Siena e dell’Orchestra Sinfonica di Roma. Concertista solista e cameristico, ha fondato nel 2012 il “Duo Paganini” assieme al chitarrista Gabriele Curciotti, esibendosi in molteplici concerti in Italia e per Radio Vaticana.
Ha fondato a Roma l’Associazione culturale “Harmonia Coeli” nel 2008, dove in qualità di Direttore Artistico, presenta ogni anno eventi musicali.

“Il teatro è inganno. Chi più è vero più inganna. Chi più è saggio più si lascia ingannare” (Gorgia da Lentini)
Recitare non significa fare finta, se così fosse il teatro sarebbe sostanzialmente menzogna e invece lo strumento più efficace che l’attore possiede sul palco è la verità. Come un bambino che gioca a “facciamo che io ero” così l’attore deve divertirsi credendo però seriamente in ciò che fa e trasformandosi veramente in ciò che vuole essere, osservando sempre il suo personaggio “da dentro” e mai “da fuori”. Affinché risulti credibile l’azione dell’attore deve essere vera e perciò agìta ogni volta come se fosse la prima volta. Compito dell’attore è infatti ricercare le cause da cui scaturisca una determinata azione e non le azioni che producano un determinato effetto. Raggiunta questa consapevolezza, che di fatto annulla in chi recita l’illusoria separazione tra pensiero e azione e tra mente e corpo, il resto del lavoro teatrale verrà di conseguenza.

Insegno Sassofono e diverse materie complementari da più di venti anni, e nel corso del tempo ho trovato un mio metodo d’insegnamento , che è la sintesi di tutto quello che ho studiato negli anni della formazione. Ma non solo, comprende anche tutto quello che ho imparato nel rapporto con gli allievi. Non uso metodi o esercizi già pubblicati, mi piace creare il materiale didattico su misura per ciascun allievo. Le persone che si presentano presso le scuole di musica private, il più delle volte scelgono il sax pur non conoscendolo minimamente, l’hanno ascoltato qualche volta per radio o magari su disco, e ne sono rimasti folgorati dalla sonorità unica. Unica perché moderna. Tutto sommato il sax è uno strumento molto giovane, ha soltanto 166 anni di vita e rispetto agli altri strumenti è veramente un giovanotto! Insegnare uno strumento è sicuramente una cosa seria, richiede un grande coinvolgimento, una grande attenzione. Penso che l’intento di un bravo insegnante sia quello di veicolare all’allievo oltre alle doverose nozione teoriche e tecniche che sono alla base di tutto, la passione di fare musica, di considerare il suono come il veicolo imprescindibile per comunicare, per arrivare dritto al cuore di chi ascolta. Questa esigenza di curare il suono in tutte le sue componenti è assolutamente fondamentale per i fiatisti; di solito un piccolo riff di sassofono o di tromba di poche battute rimane impresso proprio per la qualità del suono del musicista. Il fascino del sassofono, a mio modo di vedere è proprio la possibilità di forgiare un proprio suono che, nei casi più eclatanti diventa riconoscibile fra migliaia.

“Ho sempre pensato che la musica non fosse un privilegio per pochi, e il mio lavoro è indirizzato proprio verso tutti coloro che con passione la cercano e la vogliono conoscere indipendentemente dal genere o dalla difficoltà’. Quello che conta è poter condividere tutti insieme la gioia di poter suonare”.