“Il teatro è inganno. Chi più è vero più inganna. Chi più è saggio più si lascia ingannare” (Gorgia da Lentini)
Recitare non significa fare finta, se così fosse il teatro sarebbe sostanzialmente menzogna e invece lo strumento più efficace che l’attore possiede sul palco è la verità. Come un bambino che gioca a “facciamo che io ero” così l’attore deve divertirsi credendo però seriamente in ciò che fa e trasformandosi veramente in ciò che vuole essere, osservando sempre il suo personaggio “da dentro” e mai “da fuori”. Affinché risulti credibile l’azione dell’attore deve essere vera e perciò agìta ogni volta come se fosse la prima volta. Compito dell’attore è infatti ricercare le cause da cui scaturisca una determinata azione e non le azioni che producano un determinato effetto. Raggiunta questa consapevolezza, che di fatto annulla in chi recita l’illusoria separazione tra pensiero e azione e tra mente e corpo, il resto del lavoro teatrale verrà di conseguenza.